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Talk: Algoritmo e cyberpunk. Narrazioni dell’umano e del digitale

Talk: Algoritmo e cyberpunk. Narrazioni dell’umano e del digitale

Il secondo appuntamento del format radiofonico di Librattiva si è tenuto il 18 giugno 2024 nella cornice di Sherwood Festival. Il titolo “Algoritmo e cyberpunk. Narrazioni dell’umano e del digitale” già lascia immaginare i temi dell’incontro: la tecnologia e il suo rapporto con l’umano.

Gli ospiti dell’incontro sono Emmanuele Pilia, che, dopo una formazione da architetto, è tra i fondatori della casa editrice D Editore della quale è attualmente direttore editoriale, contraddistinta da una forte vocazione per il tech, i big data ma anche alla cybercultura, insieme a molti altri temi ancora,  con una chiave di lettura anarchica e libertaria, e Loretta Borelli Angiori insegnante di progettazione multimediale presso l’Accademia di Brera, intellettuale ed attivista, fa parte del collettivo AHA (Activism, Hacking, Artivism) ed ha fatto parte di AutArt. Fondatrice del progetto aspirinalarivista.it ed erbacce.org, è da tempo riconosciuta come una figur centrali a livello nazionale sulle dinamiche e sul ruolo causato dalle infrastrutture del tech, toccando temi come l’identità virtuale e l’intelligenza artificiale. Pubblica il suo primo romanzo Libellule nella Rete, di cui parleremo oggi, per la casa editrice Zona42.

Nella prima parte si parla della narrazione del digitale, e di come questa ha cambiato il linguaggio a livello della società intera. A partire dalla citazione dal libro “Technosapies” di Andrea Daniele Signorelli pubblicato da D Editore di Judea Pearl, pioniere dell’AI: “Per come la vedo io, lo stato dell’arte dell’intelligenza artificiale di oggi è soltanto una versione potenziata di ciò che le macchine potevano fare già una generazione fa”, si discute quindi della bolla mediatica che si sta creano attorno all’intelleigenza artificiale. In particolare ci si sofferma sulla questione politica della neutralità della macchina e degli algoritmi, che sappiamo invece essere pieni di bias non tanto per loro natura, ma perché allenati sui pregiudizi umani.

In tutto questo tema, viene però spesso raccontato il timore dell’umano verso le macchine. La narrativa fantascientifica, più che la saggistica, può aiutarci a creare nuovi immaginari radicali di convivenza e della riappropriazione dell’uso della tecnologia. Oltre che far emergere il lato oscuro delle aziende tech e della tecnologia, la fantascienza ha spesso avuto un ruolo distopico nella narrazione sia cinematografica che letteraria. Questo valore è portato avanti da case editrici come Zona 42, che vedono le possibilità di critica politica all’interno del genere, talvolta lasciato in disparte e apprezzato solo in ambienti di nicchia.