Ecoluzione
Metal Theory
I metalli sono elementi malleabili, che si prestano a infiniti usi, manipolazioni e ibridazioni, eppure in ogni sua forma, manifestazione e trasformazione il metallo rimane inconfondibile nella sua estraneità, nel suo apparire alieno rispetto a noi creature organiche, mortali ed effimere.
È per questo che il metal si chiama così: è un genere musicale primordiale, sovversivo, anarchico, che trova la sua essenza nel discostarsi dalla propria matrice, nella rottura continua, nello stridore, e nella deformazione, eppure rimane inconfondibile.
Il filosofo Mark Fisher ha definito il metal un genere «saturo di metafisica». Gli unici approcci possibili per accostarsi al metal sono infatti quello mistico e quello filosofico.
In Metal theory, in nove, tra autori e autrici, colgono la sfida concettuale posta dal genere dionisiaco per eccellenza: oltre la critica musicale, oltre la concettualizzazione filosofica, in un viaggio attraverso temi e immaginari inquietanti, sostanze psicotrope, possessioni demoniache, volumi al limite del danno auricolare, narrative ultraviolente, deliri megalomani ed estatiche celebrazioni del male.
Se, per usare le loro parole, «pensare il metal equivale ad andare alla deriva», i curatori di questa raccolta, Claudio Kulesko e Gioele P. Cima conducono una compagnia del metallo oltre le colonne d’ercole della critica musicale, per tradurre l’esperienza sonica estrema in un’esperienza di lettura altrettanto radicale.
Antropologia per Intelligenze Artificiali
ChatGPT, Midjourney, Dall-E… Senza preavviso, il pubblico mainstream è piombato in una nuova era: quella delle Intelligenze Artificiali. Ma mentre il mondo affronta la rivoluzione delle macchine intelligenti, gli esperti si trovavano già da tempo di fronte a una serie di sfide che vanno oltre la tecnologia stessa. I pregiudizi e i bias che affliggono le IA non sono semplicemente il risultato di algoritmi imperfetti, ma riflettono le peculiarità culturali delle società.
Come possiamo affrontare questi problemi? Come possiamo creare intelligenze artificiali più etiche, inclusive e culturalmente consapevoli? E soprattutto, di quale cultura le macchine devono avere consapevolezza?
Con Antropologia per Intelligenze Artificiali, Filippo Lubrano ci guida in un viaggio che intreccia antropologia e intelligenza artificiale, mostrandoci come il riconoscimento e la comprensione dei diversi contesti culturali e sociali siano fondamentali per il futuro delle macchine e della stessa umanità.
Ecoceanica
Lo sguardo delle piante
Anna è un nome palindromo
Dieci miti su Israele
Libellule nella rete
"Quella ragazza viveva nei punti di sospensione come se fossero qualcosa da toccare, si muoveva e viveva in una realtà diversa."
Il mondo dopo la catastrofe è pulito, efficiente, produttivo. Sistemi di comunicazione integrati garantiscono benessere e sicurezza, la privacy è tutelata dalla legge e valutazioni eseguite da intelligenze artificiali rendono più smart e green l’organizzazione sociale.
In città Rei vive una vita ordinaria da microinfluencer, pubblica contenuti sulla sostenibilità ambientale per la piattaforma del gruppo AGM. Chiara è un’amministratrice di sistema in una comunità autonoma di montagna, dove i mer, esseri eccentrici, convivono pacificamente con gli abitanti.
La frequentazione di una stanza protetta conduce Rei in scuole non convenzionali, feste clandestine, negli angoli nascosti di una società non omologata. Nel frattempo, lontano dalla città, Chiara fa i conti con il suo passato tra boschi e campi soleggiati, percorsi da ragazzi irrequieti. Destinate a incontrarsi, le due donne dovranno mettere in discussione le proprie certezze per affrontare una trasformazione inevitabile.
Tra Black Mirror e solarpunk, Libellule nella rete indaga il ruolo delle tecnologie e dell’intelligenza artificiale in un mondo post catastrofe climatica, interrogandosi su cosa, oggi, intendiamo per libertà.