Diventare cagna
hijab butch blues
Lamya vive in Medio Oriente, ha quattordici anni e una cotta per la sua insegnante, si annoia terribilmente, vorrebbe sparire, si sente fuori posto. Fino a quando, leggendo un passo del Corano, tutto cambia, perché Lamya si rende conto che anche Maria di Nazareth era disinteressata agli uomini, proprio come lei. Inizia allora a rileggere il Corano mettendolo in relazione con le sue esperienze, desideri e il suo coming out. Lamya costruisce un po’ alla volta la sua identità di donna migrante, musulmana e queer, e i rapporti con la comunità a cui appartiene.
Questo memoir intimo e toccante, che va dall’infanzia della protagonista al trasferimento negli Stati Uniti per l’università, fino all’età adulta, racconta una storia universale di formazione e di autodeterminazione, che abbatte luoghi comuni e barriere culturali.
Il libro, vincitore dello Stonewall Book Award, è il primo del progetto voci kwir, che accoglie voci autoriali queer dall’area mediorientale, nordafricana e delle diaspore, per superare stereotipi identitari e condividere visioni di liberazione, con la direzione editoriale di Cecilia Dalla Negra e Paola Rivetti.
Infedeli alla linea
Joyce Lussu – Una donna e la libertà
La protagonista di questo libro sembra essere il personaggio di un romanzo d’avventura tante sono le peripezie vissute, i luoghi conosciuti, le persone incontrate nei suoi ottantasei anni di vita. Leggendo le sue molteplici esistenze si stenta infatti a credere che un individuo solo, nel caso specifico una donna nel contesto del secolo breve, possa essere stata al centro di una lunghissima serie di vicende incredibili, possa aver attraversato molti degli eventi più importanti del Novecento e possa aver toccato fisicamente luoghi tanto lontani tra loro. Eppure Joyce Lussu ha fatto tutto questo e molto di più, perché allo stesso tempo è diventata autrice prolifica e capace di spaziare tra numerosi generi letterari nonché di dedicarsi, in maniera del tutto innovativa, al lavoro di traduttrice, contribuendo a far conoscere in Italia scrittori di immensa levatura.
La potenza femminista. O il desiderio di cambiare tutto
La Rivoluzione al Punto Zero
lei che mi ha liberata
Linguaggio inclusivo ed esclusione di classe
manifesto pisolini
Una storia familiare come tante: figlia della classe operaia, Virginia Cafaro non ha mai visto i genitori riposare davvero, nel senso di godersi momenti di ozio, relax e sonno. Ma nemmeno lei era mai riuscita a dare un nome a quel mostro che, da sempre, le impediva di schiacciare un pisolino senza sentirsi in colpa, ovvero il capitalismo cronofago.
Con una prospettiva inedita e singolare, questa bussola ci spinge a rivendicare il diritto al riposo, intersecando analisi sociologiche con l’esperienza quotidiana. Partendo dai lati oscuri dello scrolling, fino alla procrastinazione della buonanotte e prendendo spunto dal comportamento dei porcellini d’India, l’autrice ci porta a indagare il lato femminista del riposo e a rivendicarlo come un atto rivoluzionario rispetto al tentativo costante dell’ipercapitalismo di ingurgitare fino all’ultimo minuto del nostro tempo.